Il disagio sociale nell’Italia delle povertà plurali

venerdì 23 settembre 2016
21:00
SALA SOMS - CORSO ROMA 136 - BORGOMANERO

Il disagio sociale nell’Italia delle povertà plurali

Roberto Cardaci

sociologo, ricercatore, formatore, coordinatore della ricerca sulla povertà in Piemonte.

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Nuove povertà nell’Italia dello spreco

Da rilevare che la soglia che separa la povertà “classica” dalla povertà estrema è labile: infatti, tra i “senza dimora”, i poveri estremi per eccellenza, diventati tali “loro malgrado” perdendo “a caduta” lavoro, casa, affetti famigliari e vita di relazione significativa, si ritrovano ex – imprenditori rovinati dalla crisi economica accanto a cassaintegrati, precari, lavoratori licenziati dalle imprese che, vivendo soli, si lasciano andare all’abbandono di ogni stimolo vitale.

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Povertà, vulnerabilità sociale e sistema di welfare in Italia

L’Occidente industrializzato sta vivendo, nell’epoca del post-fordismo, una profonda crisi economica data dalla delocalizzazione di ingenti porzioni di comparti industriali produttivi, le cui imprese, adottando il modello della globalizzazione, hanno trovato nuova collocazione in altre nazioni del pianeta che garantivano migliori condizioni agli imprenditori.

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La “Cassa” sulle spalle. Vivere (?) oggi da cassaintegrato

Nei giorni in cui, come testimoniano le notizie che giungono dai Centri per l’Impiego, gli esiti negativi della Riforma Fornero si stanno concretizzando nell’incertezza che caratterizza il futuro dei cassaintegrati e delle loro famiglie, che, non sanno cosa succederà in merito alla loro situazione, tornano prepotentemente alla luce le condizioni di disagio sociale, umano e psicologico nelle quali le donne e gli uomini in cassa integrazione vivono nella loro quotidianità.

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Il lavoro – fantasma ed il jolly verde della Green economy

Nell’ attuale campagna elettorale, caratterizzata da polemiche di leader traditi da professori – premier apparentemente “super partes”, promesse favolistiche di un highlander che riesce ancora ad interpretare il peggio degli italiani e fornire loro un contenitore politico, risuona assordante il silenzio sull’elemento determinante dell’economia reale del Pese: il lavoro.

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Il disagio psichico dei lavoratori precari in Piemonte. una ricerca sul campo

I problemi dell’economia che interessano da anni i Paesi industrializzati hanno acuito, in Italia, una situazione di crisi che si può ormai definire strutturale, espandendo la condizione di precariato lavorativo che interessa milioni di lavoratori.

In Piemonte, interessato da oltre un quarto di secolo dalla crisi economica, il precariato lavorativo è l’ultimo fenomeno che si affianca a quelli ascrivibili alla condizione di sofferenza occupazionale che coinvolge quote statisticamente rilevanti di suoi abitanti che vivono in situazioni di disoccupazione, cassa integrazione, mobilità.

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BIBLIOGRAFIA

cop.piemonteallontanamentoPiemonte allontanamento zero
di Roberto Cardaci, Gaetano Baldacci, edito da Ananke, 2015

“Allontanamento zero” si occupa di tracciare nuove ipotesi di intervento per quei minori che, nonostante le difficoltà delle loro famiglie d’origine, hanno il bisogno di vedere tutelato il loro diritto a crescere in salute nelle proprie case con gli affetti più cari. Con questo testo si intende aprire un dibattito sulla grande sfida che devono affrontare le politiche di sostegno alla genitorialità alla luce dei cambiamenti proposti da un nuovo welfare e dalle nuove conoscenze scientifiche, che richiedono di superare logiche rigide e standardizzate e orientarsi a intervenire con modalità più partecipative, corresponsabili, attente alle persone e ai loro bisogni. Il ricavato dalle vendite verrà interamente devoluto all’Associazione “Cresco a Casa” per le sue finalità statutarie a favore delle famiglie in difficoltà.

Poveri-nelle-cittaPoveri nella città. Dove vivono e che cosa chiedono a Torino
di Roberto Cardaci, Pierluigi Dovis, Paolo Griseri, edito da CELID, 2013

La Torino della cultura e dell’innovazione non può ignorare la condizione di disagio e di povertà in cui vivono migliaia di suoi cittadini. Sono quei torinesi che soffrono non solo le conseguenze della crisi Fiat, ma anche le ricadute negative della globalizzazione e la crisi finanziaria del 2008, aggravate dall’insufficienza della risposta politica dei governi. Questa fascia comprende sia i poveri tradizionalmente intesi, sia quelli che vengono definiti “nuovi”: persone disoccupate, in cassa integrazione, in mobilità, o con lavoro precario; imprenditori di aziende mediopiccole in difficoltà; impiegati del ceto medio colpiti da un evento inatteso che mette in crisi il reddito famigliare… Persone che vivono in diverse aree della città e che si rivolgono ai Servizi Sociali, o all’associazionismo cattolico o laico. Gli autori, Roberto Cardaci, Pierluigi Dovis e Paolo Griseri – figure diverse ma complementari per formazione e approccio al tema della povertà -, impegnati in un reciproco confronto provano con questo libro a fornire una fotografia della povertà a Torino, a partire da due punti di vista: quello della sociologia e quello del volontariato a contatto con la quotidianità dei poveri. Lo scopo condiviso è individuare risposte efficaci alle richieste che i poveri portano alla città. L’intervista all’assessore per le Politiche sociali della Città di Torino, Elide Tisi, infine, arricchisce la trattazione con il punto di vista dell’amministratore pubblico…


Pierluigi Dovis

Direttore della Caritas Diocesana di Torino

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ARTICOLI

Animare alla vera carità

Spesso l’apparenza inganna e crea delle opinioni non sempre coerenti con la verità. Come l’idea ormai di dominio pubblico che la Caritas sia una associazione umanitaria, composta da volontari pronti ad offrire i più disparati servizi agli sventurati di questo mondo. È anche vero, ma non è una immagine completa. Caritas Torino è da sempre convinta del fatto che, nel suo agire, ci sia una priorità che non può essere affatto disillusa.

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Responsabilità Generativa

Nel leggere i giornali e le riviste specializzate in economia e politiche economiche si rimane per lo meno interdetti. Si va da opinioni che riecheggiano in modo talvolta letterale i mala tempora currunt di ciceroniana memoria a pensieri di chi si ostina a rivendicare la transitorietà della situazione attuale come una sorta di normale sali scendi della vita sociale ed economica. Si stanno confezionando ricette e si lanciano, ormai quotidianamente, nuovi sistemi con la presunzione di risolvere ogni forma di crisi. Sempre si cercano cure – spesso palliative – poche volte si lavora per una novità di approccio. Nuovo risulta al massimo il processo, che si innesta prevalentemente su cliché ormai assodati: dagli stereotipi economicistici alle grandi linee di politica sociale e produttiva che hanno attraversato i tempi.

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Passare dal fare all’operare, attraverso la relazione

Con l’andare del tempo i significati delle parole, e dei contenuti che queste contengono, inevitabilmente finiscono per cambiare o modificarsi. Nei tempi di passaggio, nelle terre di mezzo delle transizioni, nei momenti di maggiore crisi si modificano anche più profondamente. Con il rischio di perdere, poco alla volta, la pregnanza iniziale.

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Unire per rigenerare un nuovo modello di crescita

Fin dai tempi della scuola, la teoria secondo la quale ad una variazione della quantità corrisponderebbe un cambiamento della qualità non mi ha mai convinto appieno. Non me ne voglia Friedrich Engels (1820 – 1895) che la teorizzò in Dialettica della Natura verso la fine del XIX secolo come legge della natura, e tutti coloro che ne hanno condiviso le riflessioni. Non mi convince nemmeno se il riferimento non è più Madre Natura ma la situazione delle risorse disponibili in ambito di politiche di Welfare. L’era dei tagli, cui siamo in parte costretti e in parte indotti dalla presente crisi globale, pone una seria questione in merito alla qualità dello stare accanto alle persone. Ma sembra che lo faccia esclusivamente a partire dal capitolo economico. Parrebbe che la qualità dei servizi sociali sia direttamente proporzionale solo alle risorse a disposizione e che, all’aumentare di queste, si aumenterebbe ipso facto la qualità dei primi.

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La povertà fluida

La cultura occidentale degli ultimi tre secoli ci ha abituati alla specializzazione: del sapere, delle arti, delle tecniche, delle culture, dei ruoli. All’orizzonte della sintesi si è sostituito quello dell’analisi. Che in sé non è un male. Ma che rischia di ingenerare una parcellizzazione del nostro essere, soprattutto quello sociale, non sempre così privo di conseguenze. Ad esempio di quella conseguenza che possiamo definire con il termine categoria. E, in effetti, anche nel mondo del sociale oggi stiamo pensando e lavorando per categorie. Spesso queste sono diventate caselle chiuse di un modulo poco flessibile nelle quali è possibile far entrare solo ciò che ha determinate caratteristiche. E il resto cade inesorabilmente fuori. Si tratta di un orizzonte non assente dall’attuale panorama del dibattito intorno al grande tema della povertà.

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BIBLIOGRAFIA

 

per-caritaPer carità e per giustizia. Il welfare delle parrocchie
EGA-Edizioni Gruppo Abele – 2015

Il welfare ecclesiale tra delega e responsabilità. È il tema che attraversa il libro di Pierluigi Dovis, una rassegna documentata sull’evoluzione della povertà che – a seguito della crisi, e più in generale della carenza di adeguate politiche di intervento – continua a interessare le nostre comunità. Chi sono “i poveri” che oggi arrivano alle parrocchie e per quali esigenze? Perché non trovano risposte in altri servizi? In che modo le comunità parrocchiali si trasformano in risorse, a volte “inventando” nuovi modi di accompagnare le persone? Questi gli interrogativi ai quali il libro risponde a partire da un osservatorio esperto, quello della Caritas.

nuovi-poveri-intervista-dovisI nuovi poveri e il welfare del futuro. Intervista a Pierluigi Dovis di Alessandra Luciano
CELID – 2015

“Il fenomeno della povertà in Italia, soprattutto negli ultimi quindici anni, si sta allargando quantitativamente. Possiamo stimare che lo stato di povertà conclamata, cioè quella certificabile e quantificabile da un punto di vista economico rispetto a una soglia minima che consente una vita dignitosa, coinvolge circa il 13% della popolazione, con differenze significative da territorio a territorio, considerando che al Sud la stima sale anche di dieci punti percentuali in più. Ma oltre a questo dato, occorre considerare che almeno un altro 10-15% della popolazione sta vivendo concreti processi di impoverimento, i quali impediscono progressivamente a un’ulteriore fascia di popolazione di fare fronte alle necessità ordinarie della vita. Quest’ultima nuova componente della “famiglia dei poveri” è quella che oggi si definisce meglio come la percentuale dei ‘vulnerati’.” (Tratto dall’intervista a Pierluigi Dovis).

nuovi-poveriI nuovi poveri: politiche per le disuguaglianze
di Chiara Saraceno, Pierluigi Dovis – Codice Edizioni, 2011

Le politiche di divaricazione sociale degli ultimi anni e la recente crisi finanziaria hanno portato alla povertà fasce di popolazione fino a ieri abituate a una vita dignitosa. Sono i cosiddetti “nuovi poveri”, persone che testimoniano l’esistenza di un’ampia zona grigia dove la mancanza di denaro significa anche insicurezza, precarietà e fragilità relazionale. Pierluigi Dovis, direttore della Caritas di Torino, ci regala la testimonianza di chi ogni giorno lavora a contatto con le forme, vecchie e nuove, di disagio. Il saggio di Chiara Saraceno allarga invece la prospettiva a livello nazionale ed europeo. Insieme, gli autori conducono il lettore in un viaggio attraverso una povertà invisibile, che investe famiglie e giovani che incontriamo ogni giorno, senza riconoscerli, per le strade del nostro quartiere o per le scale del condominio; una povertà che porta con sé nuovi pericoli, l’esclusione sociale e la rottura del principio di cittadinanza democratica.


Emanuele Ranci Ortigosa

Presidente emerito e direttore scienti co dell’IRS (Istituto per la ricerca sociale)

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ARTICOLI

Più equità nel sistema assistenziale

Il livello di equità sociale in un paese è l’esito dell’azione e dell’interazione dell’insieme delle politiche pubbliche, da quelle regolative a quelle per l’acquisizione e l’erogazione di risorse. Il tema dell’equità, rilanciato da Tito Boeri, comporterebbe la riconsiderazione critica di tutte queste politiche, un argomento troppo impegnativo e vasto per essere qui trattato.

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Un reddito minimo possibile

L’introduzione di un reddito minimo è quanto mai urgente e necessaria. Ma come disegnare la misura? Universalismo selettivo e risorse da recuperare secondo una logica redistributiva sono i criteri guida. L’erogazione monetaria va affiancata da interventi di promozione sociale e lavorativa.

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Come riformare l’assistenza in tempo di crisi

Anche in un periodo di crisi e tenendo conto delle esigue risorse disponibili, si può riformare l’assistenza sociale, in modo da garantire efficacia ed equità. Purché non si persegua solo il contenimento della spesa pubblica. La proposta dell’Irs prevede il decentramento di funzioni e risorse alle istituzioni del territorio. Tra le misure, un sostegno monetario alle famiglie con figli complementare a politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e cura; l’introduzione di un reddito minimo di attivazione per il contrasto alla povertà e una dote di cura per anziani non autosufficienti.

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Visioni e strategie differenti determinano scelte diverse nelle politiche sociali

I bambini hanno eguali diritti, le loro famiglie non hanno uguali possibilità. Il diritto a un reddito per una vita minimamente dignitosa è di ogni persona e famiglia, ma non a tutti lo si riconosce.

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I poveri, chi li rappresenta?

Le politiche sociali per essere assunte a livello istituzionale e affermarsi, hanno bisogno di un forte sostegno nel paese. Attualmente, il tema della non autosufficienza e delle famiglie con bambini può attualmente contare su questo sostegno, ma non si può dire lo stesso per il tema della povertà e della marginalità.

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Di quali poveri vogliamo occuparci?

In vista dell’anno europeo per la lotta alla povertà, per il quale molti paesi prevedono strategie che vadano oltre le pratiche assistenzialistiche, l’Italia si concentra sulla povertà assoluta, con misure che rappresentano la concezione di un welfare di tipomresiduale, in cui il sistema pubblico si occupa solomdi assistere le situazioni più disperate, delegando i restanti bisogni al mercato e alle organizzazioni caritatevoli.

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Le politiche per le famiglie in tempo di crisi

Le famiglie sono spazio e dimensione quotidiana del nostro vivere, luoghi privilegiati di amore, intimità, sessualità, a etti; di gioie, dolori e lut- ti condivisi; di nascite, crescita, maturazione; di rapporti fra le generazioni; di aiuto reciproco e di solidarietà.

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BIBLIOGRAFIA

poverta-esclusione-socialePovertà, esclusione sociale e politiche di contrasto
a cura di Daniela Mesini, Emanuele Ranci Ortigosa – Prospettive Sociali Sanitarie, 2011

Prospettive Sociali e Sanitarie tratta i temi della povertà e dell’esclusione sociale dalla sua fondazione, nel 1971.Per questo Quid abbiamo preso in considerazione gli articoli pubblicati sulla rivista dal 1993.In quasi due decadi, PSS ha ospitato oltre ottanta contributi sulla povertà,diversi di estensori autorevoli, dimostrandosi testimone attento degli indirizzi europei, dell’evoluzione delle politiche nazionali e regionali di contrasto, della trasformazione del fenomeno e del differenziarsi dei bisogni di protezione sociale da parte delle famiglie.Il volume ospita tredici articoli in tutto, di cui tre, oltre alla introduzione, inediti. Si è preferito privilegiare un taglio trasversale e di scenario del tema povertà, piuttosto che tematico (casa, rom) o territoriale (casi regionali e/o provinciali), e soprattutto si sono scelti quei contributi che, secondo i curatori del volume, meglio di altri consentivano di mettere a fuoco tre differenti chiavi di lettura: la configurazione del fenomeno (parte I), le politiche di contrasto ai diversi livelli di governo (parte II) e l’integrazione tra misure di sostegno al reddito e di attivazione, in Italia ed in Europa (parte III).

piano-di-zonaIl piano di zona. Costruzione, gestione, valutazione
Alessandro Battistella, Ugo De Ambrogio, Emanuele Ranci Ortigosa – Carocci, 2004

Il Piano di zona è la novità più rilevante introdotta dalla Legge 328/2000. È infatti uno strumento strategico, volto a promuovere la programmazione integrata dei soggetti pubblici e la partecipazione del terzo settore al governo territoriale delle politiche sociali. Si configura, quindi, come uno dei momenti chiave del lavoro di tutte le professioni sociali. Con questo testo si intende offrire stimoli e suggerimenti per costruire, gestire e valutare un Piano di zona, affinché le sue potenzialità di cambiamento vengano sfruttate pienamente da tutti quei professionisti (operatori, responsabili di servizi, dirigenti, amministratori, consulenti) che si occupano di servizi e politiche sociali.

valutazione-di-qualitaLa valutazione di qualità nei servizi sanitari
Franco Angeli – 2003

La qualità e il suo continuo miglioramento assumono in sanità particolare rilievo, e richiedono quindi di essere valutati per rispondere alle esigenze di chi governa, gestisce, controlla i servizi, di chi ne progetta o ne implementa lo sviluppo organizzativo e professionale, di chi valorizza la partecipazione sociale. I sistemi di valutazione sono sempre più numerosi, centrati sulle diverse dimensioni della qualità – erogata, percepita, sociale – e declinati dal punto di vista di diversi soggetti. Da qui l’utilità di una visione d’insieme fatta a partire dalle realtà professionali, organizzative, economiche, culturali al cui interno i diversi sistemi si sono sviluppati. Nel testo se ne descrivono le origini, gli sviluppi, le teorizzazioni, le diverse metodologie e i relativi strumenti, anche con schede specifiche di analisi e riferimenti bibliografici.
Successivamente vengono approfonditi e sviluppati alcuni sistemi di valutazione, come l’accreditamento di eccellenza, il controllo di gestione direzionale e strategico, la rilevazione della qualità percepita, in Italia ancora poco valorizzati, che possono quindi rappresentare un apporto innovativo per la cultura e per la prassi valutativa, orientato al miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari.
Il testo nasce dalla collaborazione di più aree di ricerca dell’Irs ed è stato messo a punto con finalità sia didattiche che critiche. La ricognizione, le metodologie e gli strumenti presentati offrono un orientamento ed un aiuto concreto ad amministratori, dirigenti, professionisti, operatori interessati alla qualità e alla sua valutazione.

servizi-sociali-ortigosaServizi sociali: realtà e riforma
Maria Chiara Bassanini, Carlo Lucioni, Paola Pietroboni, Emanuele Ranci-Ortigosa – Il Mulino, 1977

Ricostruire in modo organico ed articolato la spesa per assistenza sostenuta dai diversi soggetti pubblici che erogano servizi o contributi monetari: questo l’obiettivo del «rapporto» realizzato dall’Istituto per la Ricerca Sociale per conto del Ministero dell’Interno, Direzione Generale Servizi Civili.
La spesa per l’assistenza viene analizzata per la prima volta in modo sistematico, selezionando le fonti di informazione disponibili e integrandole con indagini ad hoc. Viene così costruito un «conto consolidato» che individua il ruolo e l’impegno finanziario dei diversi livelli di governo – Stato, Regioni, enti locali – e i flussi di risorse che fra di essi intercorrono. Analisi della spesa per voce economica, per destinazione funzionale, per servizi erogati completano il rapporto.
La ricostruzione evidenza una situazione frammentata e confusa che attende urgenti riforme. L’analisi finanziaria apre quindi una riflessione sul sistema dei servizi e sulla garanzia del reddito minimo. Il rapporto offre così elementi conoscitivi ed apporti critici al dibattito sulla riforma dello Stato sociale.
Roberto Artoni dirige le ricerche sulla finanza pubblica dell’IRS; è ordinario di scienza delle finanze all’Università Bocconi.
Emanuele Ranci Ortigosa dirige la sezione di politica sociale dell’IRS e la rivista Prospettive Sociali e Sanitarie.
Welfare state e politiche sociali in Italia


Maria Emilia Borgna

Assessore del Comune di Borgomanero per Assistenza e politiche sociali, Asilo Nido, Rapporti con il volontariato, Immigrazione, Politiche per la famiglia, Pari opportunità.


 

Modera Augusto Ferrari, assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte.