CORAGGIO E SPERANZE SENZA CONFINI
Le migrazioni di ieri e di oggi osservate da diversi punti di vista

 

Coraggio e speranze senza confini è il titolo del libro e della mostra fotografica che verranno presentati domenica 18 settembre a Villa Marazza.

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Questo libro ha una strana storia, è come se si fosse servito di me perché lui stesso voleva esserci. Io mi sono soltanto disposta in un atteggiamento ricettivo per cogliere quei segnali e quegli eventi che si sono susseguiti a catena come in una reazione nucleare.
Un giorno Enrica mi disse: “Quasi tutte le famiglie hanno avuto un parente emigrante e chissà quante foto ci saranno dimenticate in un cassetto!”.
Ecco il primo tarlo… pensando al tema sulla povertà che il Festival propone quest’anno, mi è sembrato che l’argomento delle migrazioni fosse adatto, e poi, osservando gli eventi con uno sguardo vigile e con un costante impegno volto alla ricerca, un numero impressionante di coincidenze ha incominciato a fare in modo che ogni incontro divenisse come un tassello che componeva, senza sforzo, il mosaico.
Osservando da più punti di vista tutte queste migrazioni, sia quelle del secolo scorso sia quelle attuali, si ottiene una mescolanza di racconti di vita semplice con altri più singolari, ma tutti ugualmente straordinari. Nella loro diversità questi racconti sono la testimonianza autentica di tantissime esperienze accomunate dalla speranza di una vita dignitosa e dal coraggio di partire per realizzare i propri sogni.
Mi sento onorata dalla gentilezza dimostratami da ogni persona che ha contribuito alla realizzazione di questo libro, gentilezza e collaborazione che ha superato ogni mia aspettativa. Se questo libro esiste è merito della grande generosità di tutti coloro che vi hanno partecipato.

Giuseppina Cerutti

 


 

I RAGAZZI ALLA MOSTRA SUI MIGRANTI

VISITA ALLA MOSTRA FOTOGRAFICA DELLA CLASSE 3A,
SCUOLA MEDIA, 
COLLEGIO DON BOSCO di BORGOMANERO

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Le impressioni degli alunni, accompagnati dall’insegnante Maria Cristina Bezzon.

FILIPPO LOT
“La mostra mi è piaciuta molto; ho imparato cose che non mi sarei neanche immaginato. La cosa che più mi ha colpito è stata scoprire che tutti i borgomaneresi di oggi sono in realtà discendenti di emigrati che fin dalla fondazione del borgo hanno lasciato i villaggi vicini con la promessa di meno tasse; nel documento del 1499 che compare nella mostra sono elencati i nomi dei “capi di casa”. Mi ha colpito anche il fatto che noi oggi stiamo trattando gli immigrati proprio come eravamo trattati noi quando emigravamo. Però non ce ne rendiamo conto perché ce ne siamo dimenticati.”

RICCARDO GUFFANTI FIORI
“La mostra che ci è stata presentata dalla signora Giuseppina Cerutti, la scrittrice del libro “Coraggio e speranze senza confini”, mi ha fatto molto riflettere sul tema delle migrazioni di oggi e di ieri. A questo proposito, la storia che più mi ha affascinato è quella del signor Billy, il quale è andato in pensione e ora ha messo a disposizione il suo laboratorio di lavorazione del cuoio a Maggiora per far imparare un lavoro ai migranti. Questa persona secondo me è un raggio di luce nel buio di coloro che arrivano con i barconi via mare.”

SIMONE FORNARA
“La mostra mi è piaciuta molto perché finalmente ho capito le origini di Borgomanero e ho scoperto molte cose che io prima non sapevo di questa città; quello che mi ha colpito di più è stato scoprire che la nostra città è formata da immigrati arrivati, quando è stato fondato il borgo, in cerca di un lavoro e di una casa dove vivere. Così è nato il piccolo paese di Borgomanero.”

LORENZA TOSI
“In particolare mi è rimasta impressa nella mente la storia di una famiglia, formata da un padre, una madre e quattro figli, che è partita per l’America in cerca di fortuna. Ora i loro pronipoti ogni anno tornano qui a Borgomanero e parlano ancora il dialetto borgomanerese dell’Ottocento usando parole che oggi non si conoscono più. Mi ha colpito il legame che hanno con le loro origini, mantenuto vivo fino ai nostri giorni.”

PIETRO ZANETTA
“Secondo me, questa mostra è stata molto interessante; la curatrice e scrittrice di questo libro ha saputo mettere in evidenza il fatto che anche noi siamo stati emigranti, trattati come facciamo noi con gli immigrati di oggi. La scrittrice mi ha mostrato un altro volto di questa realtà, ma ritengo che i controlli e le distribuzioni dei migranti debbano essere più severi e precisi.”

LORENZO MERLIN
“La mia impressione sulla mostra è stata molto positiva. Mi ha fatto comprendere meglio la situazione che gli stessi italiani hanno vissuto anni fa, mettendola a confronto con la realtà di oggi. Grazie a questa mostra ora vedo in modo diverso gli immigrati, perché tra loro ci sono persone corrette che hanno bisogno del nostro aiuto.”

LEONARDO PISTONO
“La mia attenzione è stata catturata in particolare da un’immagine e dalla sua storia. Lo scatto fotografico mostra un ragazzo africano appoggiato al muro che ha appena imbiancato; la scena mi ha emozionato molto perché nei suoi occhi splendenti vedevo tutto ciò che aveva passato e la sua gioia nell’essere salvo.”

CECILIA ZAVERI
“La visita è stato molto interessante e istruttiva. Mi ha colpito molto conoscere le storie degli emigrati italiani e scoprire che gli abitanti di Borgomanero sono provenienti da origini diverse.”

MARCO MAGGIONE
“Mi hanno incuriosito molto alcune storie, per esempio quella del ragazzo che è riuscito ad arrivare a lavorare come cameriere sul Titanic. Mi ha colpito anche la storia di quel signore che lavorava il cuoio: dopo aver chiuso il negozio, ha utilizzato il laboratorio per insegnare ad alcuni migranti a lavorare.”

FEDERICA PALEARI
“La mostra mi è piaciuta particolarmente, perché ha evidenziato come il problema dell’immigrazione sia sempre esistito. Ho trovato interessante il paragone tra la nostra immigrazione e quella degli africani di oggi. Inoltre ho trovato molto significativo l’argomento dei “giovani nel mondo”, perché credo si dovrebbe considerare come un modello per il nostro futuro. La mostra presentata da Giuseppina Cerutti mi ha insegnato a guardare con occhi diversi i giovani immigrati.”

FILIPPO TOSI
“Secondo me la mostra è stata molto bella e interessante, con molte storie dalle quali si può capire che i migranti non sono marziani o persone di un altro mondo ma sono bambini, ragazzi e adulti come noi. La cosa che più mi ha colpito di questo progetto è stata la parte in cui la scrittrice spiegava che alcuni immigrati arrivati in Italia si mettono a studiare per puntare a lavori importanti.”

FRANCESCO PLATINI
Di questa mostra mi ha colpito la riflessione sull’accoglienza dei migranti in Italia. Tra di loro, pur con un percorso lungo e difficile, alcuni riescono ad adattarsi e a integrarsi nella nostra realtà. Mi sembra una cosa insolita perché i telegiornali e alcuni politici parlano quasi solo di eventi negativi, di rapine e di “invasioni”. Questa intolleranza e questa chiusura in alcuni paesi è diventata così grande che sono stati presi provvedimenti gravi come l’innalzamento dei muri.

EDOARDO COLOMBO
La mostra a cui abbiamo partecipato mi ha molto colpito; soprattutto la storia di quei migranti che, quando arrivavano a Ellis Island, potevano proseguire la loro migrazione solo se non avevano malattie altrimenti ritornavano nel luogo da dove erano partiti.

SOFIA NICOLINI
La mostra mi è piaciuta molto; mi ha colpito scoprire che nei primi anni del Novecento a Buenos Aires sbarcavano circa 1200 italiani al giorno.

FILIPPO SACCO
La mostra presentata da Giuseppina Cerutti riguardante il libro: “Coraggio e speranze senza confini” è stata molto interessante perché tratta un tema che ci riguarda da vicino: l’immigrazione. L’autrice, come scritto nel libro, ci ha raccontato molte storie di cittadini italiani che sono emigrati all’estero in cerca di una vita migliore; la testimonianza che più mi ha colpito è quella di un giovane ragazzo che per inseguire la sua passione è andato dall’altra parte del mondo fino a Taipei in Cina per diventare pilota di aerei. Ora lavora per una compagnia cinese, l’Air China ed è molto contento di aver inseguito il suo sogno. Ho scelto questa storia da raccontare perché un giorno anch’io vorrei diventare pilota di aerei come lui.

CAROLA PAGANELLI AZZA
È una bellissima mostra che consiglio di vedere: ci ricorda quando noi eravamo migranti. Ciò che mi ha colpita di più è stato il racconto dell’emigrazione degli italiani in America. Sono infatti rimasta sconvolta dalla frase che il presidente degli Stati Uniti d’America Nixon ha pronunciato riferendosi ai nostri connazionali: “Loro non sono come noi … “. Mi sono fatta così delle domande e ho capito quale sensazione deve provare un immigrato quando si sente dire da alcuni italiani una frase simile a questa.