LAVORO E DIGNITÀ
Oltre la crisi: scenari e utopie
Il tema del lavoro e della sua dignità occupa un posto centrale nel contesto della società globale. Disoccupazione e inoccupazione giovanile hanno raggiunto nel nostro paese livelli drammatici, con conseguenze devastanti.
La delocalizzazione e l’innovazione tecnologica, ma soprattutto la grave crisi economico-finanziaria, sono le ragioni più evidenti di questa situazione che appare a molti, almeno in tempi brevi, insuperabile. La dequalificazione di una parte sempre più consistente dell’attività lavorativa si accompagna alla frustrazione psicologica dovuta alla ripetitività e all’assenza di stimoli creativi.
Vi è dunque chi è giunto a rispolverare (e non a torto) la tesi marxiana del “lavoro come merce”, mettendo in evidenza il rischio della perdita radicale della dignità dell’uomo. Questo scenario preoccupante non è tuttavia univoco; si accompagna infatti alla percezione di segnali di novità provenienti dai profondi mutamenti sociali e culturali in corso. La crisi che attraversiamo costituisce – secondo lo stesso significato etimologico del termine – un momento di passaggio, di transizione. Al pericolo di spinte involutive, come quelle accennate, si affiancano possibilità evolutive e si aprono nuove prospettive di crescita umana.
Obiettivo del Festival è denunciare, da un lato, le situazioni (e sono molte) in cui la dignità del lavoro appare violata o compromessa e riflettere sulle vie da percorrere per restituire al lavoro il suo pieno significato umano. Si tratta, in altri termini, non soltanto di rivendicare diritti oggi spesso conculcati – primo quello del lavoro per tutti – ma anche di interrogarsi sulle nuove forme lavorative e, più in generale, sul modello di economia e di società che si è chiamati a costruire.
Ma la questione della dignità del lavoro non è certo riconducibile ai soli livelli tecnico o sociopolitico, per quanto importanti.Rinvia, più profondamente, a una riflessione di ordine antropologico ed etico che non può essere elusa e che costituisce la base cui ancorare ogni progetto di cambiamento.
In gioco vi è la ricerca di una nuova forma di umanesimo che sappia interpretare le domande nuove che scaturiscono dai cambiamenti odierni rapportandole alle istanze valoriali che affondano le loro radici nella originaria interiorità dell’umano.