Memoria e identità: come vivere senza radici?
Lectio conclusiva di Björn Larsson a partire Nel nome del figlio (Iperborea)
Introduzione di Roberto Cicala e saluto finale di Luciano Chiesa
COME COMUNICARE LA DIGNITÀ CON LA SCRITTURA
Sabato 2 ottobre – 16.00
Borgomanero, Villa Marazza, viale Marazza, 5
Prima degli incontri nelle scuole il festival conclude la parte pubblica con un intervento del noto scrittore svedese Björn Larsson, che nel suo ultimo libro racconta in maniera intima e profonda un percorso di vita caratterizzato dalla costante ricerca di libertà. Il concetto di dignità acquisisce un significato inedito attraverso una narrazione autobiografica in cui la potenza della parola trasmette a pieno la moralità dell’autore: «La letteratura assomiglia alla mia visione del mare: un luogo dove è possibile sperimentare altre vite, altri pensieri, altre identità, altre passioni, dove è possibile mettersi interamente in gioco».
Björn Larsson, scrittore, traduttore e docente di letteratura francese, ha vissuto un’infanzia difficile segnata dalla morte del padre e da numerosi trasferimenti. Dagli Stati Uniti, dove ha frequentato il prestigioso The Orme School, a Parigi, dove conclude il dottorato in Letteratura francese, tornando in patria per dedicarsi alla scrittura di numerosi romanzi di avventura e successivamente autobiografici. Tra i più apprezzati in Italia, pubblicati da Iperborea, La vera storia del pirata Long John Silver (1998), Il Cerchio celtico (2000), Bisogno di libertà (2007), Raccontare il mare (2015).
Il libro più recente Björn Larsson è Nel nome del figlio. 27 agosto 1961. A Skinnskatteberg, nella Svezia centrale, una piccola barca a motore carica di sei uomini e due bambini prende il largo nel lago Nedre Vätter durante una gara di pesca. Un altro bambino, figlio dell’elettricista Bernt Larsson, non ha voluto accompagnare a bordo il padre ed è tornato a casa. A notte fonda lo sveglia un grido disperato: la zia ha saputo che la barca è stata ritrovata capovolta e i passeggeri sono dispersi. Gli otto corpi vengono poi recuperati, ma la dinamica dell’incidente resterà per sempre oscura. A Skinnskatteberg tutti piangono le vittime, tutti tranne il figlio di Bernt: lui per la morte del padre riesce a provare soltanto sollievo. Com’è possibile? Dopo molti anni quel bambino è diventato uno dei più importanti scrittori svedesi, ma ai personaggi delle sue storie non ha mai dato una famiglia, dei parenti, un passato, e si accorge di aver sempre vissuto da orfano, guardando più avanti che indietro. Di certo non ha mai rimpianto il padre, del quale ha solo una manciata di ricordi. Ma cosa significa, per lui e per chiunque, vivere senza radici e senza desiderarne? Sfilano, in questa indagine in bilico tra biografia e autobiografia, e tra narrazione pura e divagazioni scientifico-filosofiche, i grandi scrittori del passato che Björn Larsson ha letto e studiato.