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16
Set

Comunicazione e dignità: Ferruccio De Bortoli inaugura il Festival

Lectio magistralis di Ferruccio De Bortoli

a partire da Le cose che non ci diciamo (fino in fondo)
INAUGURAZIONE: LA DIGNITÀ DELLA COMUNICAZIONE
Sabato 18 settembre – 16:00

Borgomanero, Cinema Teatro Nuovo, via IV Novembre

L’edizione 2021 del Festival della Dignità umana si apre con un intervento di Ferruccio De Bortoli, uno dei giornalisti più autorevoli, che con grande senso di responsabilità civile e sociale punta i riflettori sulle principali cause dei dibattiti pubblici contemporanei, invitando i lettori a una riflessione autocritica per ritrovare la fiducia nel futuro.

L’autore denuncia la pericolosità del mancato senso civico italiano, i numerosi problemi che vengono troppo spesso ignorati; dal debito pubblico all’allarmante mancanza di cultura scientifica, gli aspetti critici della società oscurano la reale condizione del nostro Paese. Come egli scrive, «non bisogna dimenticare le virtù sprigionate dall’emergenza».

 

Ferruccio De Bortoli, noto giornalista italiano, è stato due volte direttore del “Corriere della Sera” e ha diretto “Il Sole 24 Ore”. Laureato in giurisprudenza, inizia la carriera giornalistica al “Corriere dei Ragazzi” e successivamente al “Corriere della Sera”. È presidente di Longanesi e dell’Associazione Vidas di Milano. È autore di diversi saggi su tematiche politiche e sociali come Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica (Garzanti 2019), La ragione e il buonsenso. Conversazione patriottica sull’Italia (Il Mulino 2020) e Le cose che non ci diciamo (fino in fondo) (Garzanti 2020).

 

Il libro più recente di Ferruccio De Bortoli è Le cose che non ci diciamo (fino in fondo) (Garzanti). Nel dibattito pubblico italiano sembra sempre mancare un pezzo di verità: pur di raggranellare qualche briciola di consenso e soddisfare gli appetiti di lobby e gruppi di potere, avanza inesorabile una narrazione di comodo che ci esenta da qualsiasi responsabilità personale e collettiva. Per questa ragione Ferruccio de Bortoli, con lucidità impietosa, sottolinea quelle storture e quei pericoli che troppo spesso in Italia vengono sottaciuti. Perché non ci diciamo fino in fondo che spendiamo più di quanto dovremmo, senza preoccuparci della crescita del debito pubblico; che non possiamo vivere di sussidi statali senza creare reddito; che è illusorio voler difendere l’occupazione finanziando con i soldi dei contribuenti aziende senza futuro. La crescita del capitale umano viene spesso trascurata, la cultura scientifica è poco diffusa, e dilaga un antieuropeismo populista privo di solide ragioni economiche. Ma è solo recuperando lo spirito migliore che da nord a sud abbiamo dimostrato nelle dure settimane di autoreclusione che possiamo affrontare una volta per tutte le no­stre lacune per tornare ad avere fiducia nel domani, autentico propellente per una forte ripresa nazionale.