Il dono dell’ascolto

sabato 14 ottobre 2017
16:00
Biblioteca Marazza - Viale Marazza 5, Borgomanero

Il dono dell’ascolto

Eugenio Borgna

Scrittore, primario emerito di Psichiatria Ospedale Maggiore di Novara.

Ascoltare è mettersi in relazione, e ci si mette in relazione in modi diversi: ascoltando le parole che ci sono dette, ma anche ascoltando, e interpretando, i silenzi e gli sguardi, le lacrime e il sorriso, che alle parole si accompagnano, e che danno alle parole sfumature diverse. Ascoltare è essere docili ed essere aperti alle attese, e alle speranze, delle persone con cui ci si incontra; e ascoltare è donare attenzione alle cose che ci sono dette. Lungo queste linee tematiche si svolgeranno le nostre relazioni.

BIBLIOGRAFIA

le-parole-che-ci-salvanoLe parole che ci salvano
Einaudi 2017

Le parole che usiamo ogni giorno possono ferire, ma possono anche essere scialuppe in un mare in tempesta; ponti invisibili verso destini comuni. Nella nostra quotidianità siamo continuamente chiamati ad ascoltare le speranze e le angosce degli altri. Ma come possiamo trovare le parole giuste per rispondere; le parole che salvano e creano relazioni vere? Eugenio Borgna in queste pagine ci indica una via da seguire per entrare realmente in contatto con gli altri. Per fare in modo che le loro parole non cadano nel vuoto e che le nostre servano davvero; mettendo in gioco nel dialogo tutte le emozioni di cui siamo capaci. Perché comunicare non significa rispondere a una mail o a un messaggio, ma condividere la nostra intimità con quella di altri. Solo in questo modo la comunicazione non resterà un gesto tra tanti, ma diventerà un gesto di cura. Un gesto che mai come oggi è tanto necessario e urgente fare.


 

le-passioni-fragiliLe passioni fragili
Feltrinelli, 2017

Un libro necessario che parte dalle difficoltà della crescita per indagare le sofferenze psichiche di ciascuno di noi e per esplorare le strade che possono rendere l’esperienza del dolore un tassello prezioso delle nostre vite.

Perché gli adolescenti sono tristi? Da che cosa deriva il loro senso perenne di inadeguatezza nei confronti del mondo che li circonda? Come si articolano, e come si confrontano, esperienze psicopatologiche ed esperienze creative? Quali sono gli orizzonti problematici della psichiatria oggi? Sono inconciliabili tra loro, o sono possibili reciproche influenze? Queste e altre domande articolano una riflessione sulle ferite dell’anima che appartengono alla nostra vita e, in particolare, alla nostra crescita. Eugenio Borgna percorre il tema del dolore, indaga la malattia dell’anima nell’infanzia e nell’adolescenza, s’inoltra nelle fragilità di ogni comunità e cerca di dare una voce al silenzio del cuore. Certo, è necessario distinguere nell’area sconfinata delle depressioni una condizione depressiva, che sarebbe meglio chiamare malinconia, o tristezza vitale, e fa parte della vita di ogni giorno, da quella che ha dimensioni psicopatologiche radicalmente più profonde; benché ci siano depressioni che sconfinano l’una nell’altra. Ma ogni ferita che l’anima sopporta appartiene a pieno titolo alla nostra esperienza e richiede di essere riconosciuta come tale.


l-ascolto-gentileL’ascolto gentile
Einaudi, 2017

Eugenio Borgna ha incontrato nel corso della sua carriera di oltre cinquant’anni moltissimi pazienti tra manicomi, cliniche universitarie, ospedali e ambulatori. Ha ascoltato la loro voce fragile e si è fatto carico del loro dolore cercando di porvi un argine per mezzo del dialogo. In queste pagine ci racconta alcuni incontri importanti, e non lo fa con la razionalità del medico e dell’intellettuale ma con i sentimenti e il calore dell’uomo, consapevole che la psichiatria ha bisogno della poesia se vuole guardare negli abissi insondabili dell’interiorità. I suoi non sono i racconti di sei pazienti ma di sei donne; donne che provengono da differenti situazioni sociali e familiari ma che condividono un comune sconforto. C’è Francesca che vive la sua depressione all’ombra del senso di colpa per il suicidio di una persona cara. C’è Maria Teresa che non riesce ad accettare la malattia incurabile dell’unica figlia. E Anna che non conosce altro mondo al di fuori di una psicosi che sfalda spazio e tempo davanti ai suoi occhi. E ci sono Margherita, Angela e Valeria prigioniere della schizofrenia. Borgna si accosta alle loro storie con delicatezza e partecipazione, stando attento a rispettarne le parole ma anche i silenzi e le esitazioni.


malinconiaMalinconia
Feltrinelli, 2017

La malinconia è analizzata e descritta qui come esperienza psicopatologica: come esperienza clinica che abbia non una connotazione neurotica o reattiva, ma una sua connotazione psicotica che la contrassegni come esistenza radicalmente altra dalla nostra. Il discorso riportato in queste pagine non intende essere un discorso clinico: un discorso incentrato sugli aspetti sintomatologici della depressione come realtà clinica; ma intende essere un discorso incentrato sugli aspetti psico(pato)logici e antropologici della depressione che insorge al di fuori delle quotidiane modalità di esperienza, ma mantendo una sua radicale dimensione psicologica e umana.


 

Aldo Bonomi

Sociologo, direttore Istituto Aaster, consulente CNEL

BIBLIOGRAFIA

vento di AdrianoIl vento di Adriano. La comunità concreta di Olivetti tra non più e non ancora
Bonomi Aldo, Magnaghi Alberto, Repelli Marco | Derive Approdi Edizioni, 2015

Un sociologo, un urbanista e uno storico rileggono la straordinaria figura di imprenditore “illuminato” che fu Adriano Olivetti e la politica da lui immaginata. Cosa significa oggi, attualizzando il pensiero e l’agire di Adriano Olivetti, proporre il paradigma della “comunità concreta” a fronte della scomposizione del lavoro e dei radicali mutamenti del paradigma produttivo? Per Aldo Bonomi, oggi “comunità concreta” significa frapporsi tra flussi e luoghi, fare comunità ai tempi della simultaneità. Per Alberto Magnaghi, significa ripartire dalla terra che si fa territorio, con la radicalità della rete dei territorialisti che disegnano e progettano bioregioni. Per Marco Revelli, significa ripensare i percorsi della fabbrica olivettiana, disegnando comunità che ripartono dal “mondo dei nuovi vinti”. Gli autori disegnano percorsi ai margini di quel centro del potere che in tanti vorrebbero cambiare, indicando speranza e futuro nella vitalità delle nuove comunità in gestazione, quindi della società che viene.


elogio-depressioneElogio della depressione
Aldo Bonomi – Eugenio Borgna

Lo sfarinamento dei legami sociali e familiari cosi come le ferite inferte dalla depressione, che segnano un numero crescente di individui, sono i sintomi contemporanei della fragilità. Eppure proprio la fragilità ci indica i valori che danno un senso all’esistenza. Come emerge dal dialogo tra un maestro della psichiatria e un eclettico sociologo, riconoscersi fragili, insicuri, malinconici, è la premessa per ritrovare quello slancio comunitario rigeneratore che solo ci mette in contatto con noi stessi e con il mondo aperto degli altri.

 

 


 

dialogo-sull-italiaDialogo sull’Italia
L’eclissi della società di mezzo

Un’analisi del destino della “società di mezzo”, schiacciata tra Stato e Mercato, svolta da due dei più lucidi interpreti della nostra realtà economica e sociale. Siamo governati da élite che sanno “volare alto”, che riescono a inserirsi in complesse trattative internazionali, ma accentuano sempre più la differenza tra ciò che, usando categorie risorgimentali, potremmo chiamare il “primo” e il “secondo popolo”. C’è un popolo immerso nella quotidianità e nella fatica del vivere e un altro popolo che “pensa il sentimento del primo” e ne costituisce, quindi, il legittimo sovrano. Oggi ci troviamo in una situazione molto simile a quella che, nel diciannovesimo secolo, vide nascere le nozioni di “società di mezzo”, “classe”, “comunità”. Sono solo cambiati i tempi e il secondo popolo non è più in grado di leggere i desideri o i pensieri del primo e, di conseguenza, lo lascia solo. Dobbiamo ripensare molte cose e accorgerci che cresce il desiderio di una comunità e di quello spazio comune che chiamiamo “società di mezzo”.


capitalismo-infinitoCapitalismo infinito

Che cosa è cambiato rispetto agli anni del trionfo del modello della piccola e media azienda italiana rampante? E che cosa da quando migliaia di imprenditori (molti nel Nordest) investivano nel Made in Italy e si lanciavano in nuove sfide, mossi dalla voglia di affermarsi sul mercato e di guadagnarsi il proprio posto al sole ? Erano gli anni di quel che Bonomi definì il “capitalismo molecolare”. È cambiato tutto. Dal Nordovest alla Pedemontana lombarda e veneta e poi dall’Emilia, la Toscana fino al Sud, il nuovo saggio di Bonomi mette insieme le storie di artigiani, imprenditori, piccoli e meno. E lo fa nel contesto non agevole di un declino dei ceti medi di mercato (professionisti, lavoratori autonomi, piccoli imprenditori) e della middle class cresciuta con lo sviluppo dei sistemi di welfare. Eppure, nonostante le difficoltà, l’indagine di Bonomi ci dice che piccoli imprenditori e lavoratori della conoscenza non subiscono passivamente la crisi; aggiornano le competenze, si muovono sul mercato, cooperano. Forse, in alternativa al “finanzcapitalismo” la traccia da seguire sta nella eventualità di far sì che la parola chiave, Economia, sappia tenere assieme le 3 T della new economy (Tecnologia-Talento-Tolleranza) con le 3 T della Terra come risorsa, del Territorio da ripensare e della Tenuta dell’ecosistema.

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